I principi a cui si ispira
L’Epichorde® nasce dalla simbologia numerica del Cinque, appartenente a tre teorie (apparentemente) contrapposte tra loro.
1. Il Cinque presente nelle leggi greche: i tre “generi” musicali d’accordatura: Diatonico, Cromatico, Enarmonico, uniti da una nota centrale comune di tipo Congiunto (Eptade) o Disgiunto (Ottava).
2. Il Cinque presente nelle leggi Taoiste delle Cinque Forze Agenti, dato dal 3+2. Questa legge afferma: una forza distrugge un’altra forza; una forza controlla un’altra forza; una forza crea un’altra forza.
3. Il Cinque presente nella sequenza del matematico italiano Fibonacci, ove dal 5 si svilupperà (attraverso la combinazione), il 55. Da questo numero il Benedetti Castri svilupperà il 5 sotto e il 5 sopra, ovvero il “Diapente” (dia=attraverso,penta=cinque) (0,1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,ecc.).
Come afferma il Maestro in un’intervista: “il lungo e il corto si formano l’uno dall’altro”; “l’alto e il basso si invertono l’un l’altro…”; “…se avrai qualcosa in basso, necessariamente dovrai avere qualcosa in alto…”. È la legge dei complementari degli opposti, applicata alla teoria e alla meccanica strumentale musicale.
L’Epichorde® segue le principali e sintetiche possibilità di accordatura:
“3+2,3+2”o “2+3,2+3” ~ “3+2”,“2+3 “o“2+3”,“3+2”
“2+2+1”, “2+2+1”ecc…~ “1+2+2”,”1+2+2”ecc…
Se prendiamo in considerazione il 10 (5+5 o 5×2), allora il fondamento principale dell’accordatura dell’Epicorde® è: 4+3+3 e i suoi opposti.
Esso ha cinque corde dette “nude”e cinque corde dette “avvolte”, che si combinano tra di loro, nei modi più diversi, definito anche sistema “Diapente”
L’estensione dell’Epichorde®, come abbiamo detto in precedenza, può superare le cinque (5) ottave e mezzo, ovvero dalla ⑩ corda “Bordone” sulla nota Fa o Sol (una quinta o quarta sotto rispetto al Do del violoncello, in posizione Do, estensione strumenti musicali), fino al Re ① corda a vuoto, trasportando l’estensione fino al La♯ (in posizione Do5, estensione strumenti musicali).
Aldo B. Castri
inventore del sistema descritto
Epichorde®, basato sulla tecnica costruttiva CoDi”® applicata a un prototipo di strumento a dieci corde.
Storia ed evoluzione di uno strumento la cui idea è rimasta riservata per oltre 30 anni
L’Epichorde® è uno strumento di concezione totalmente innovativa – come si evince dalle foto – realizzato su progetto del M° Aldo Benedetti Castri. Questo strumento, nell’accordatura, è disposto in modo tale da poter raggiungere cinque ottave e mezzo.
Attraverso questa modalità di accordatura nacque una scrittura musicale particolare, strutturata su due pentagrammi: sul primo pentagramma venne scritta la notazione delle corde terzine. Ad esempio: se si ha un brano in Sol maggiore/minore, la scrittura sarà in Mi Maggiore/minore, ottenendo il suono reale per effetto del trasporto. Nel secondo pentagramma venne posizionata la scrittura reale, ovvero, se il brano è in Sol, la scrittura sarà, come è ovvio, in Sol. Con ciò accadeva che le note acute delle corde terzine venivano lette una terza (minore o maggiore) sotto, in modo tale che la mano sinistra fosse agevolata quando doveva suonare le note acute, poste sulla V, VI, VII, VIII, IX e X posizione. Con questo sistema, in brani musicali di musica antica (F. Da Milano, D. Cimarosa J. Dowland) e in alcune composizioni di J. S. Bach, la scrittura originale non veniva alterata, rispettando la volontà dell’autore e dando al tempo stesso una sonorità diversa rispetto al consueto, tuttavia non paragonabile alle eccezionali sonorità che verranno sviluppate in seguito dall’Epicorde®. Teoricamente l’Epichorde® nacque nel 1978 dal mutamento di una chitarra a sei corde, dal diapason di 64 cm, chiamata “chitarra ad accordatura mista”, disposta nell’accordatura in modo tale da raggiungere le 4 ottave. Su questa chitarra (da cui verranno sviluppati il concetto e la realizzazione dell’Epichorde®)
, furono applicate delle “corde terzine” (① Sol, ② Re, ③ Si♭o Si oppure La) e corde normali (④ Re o Mi, ⑤ La o Si, ⑥ Re o Mi).
Il Benedetti Castri, osservando la scrittura della sua chitarra a sei corde in “accordatura mista”, si chiese se una simile contrazione della scrittura sul primo pentagramma, e di apertura sul secondo pentagramma (principio teorico), si potesse applicare allo strumento (pratica) sulle corde acute e medio acute (convergenza), e sulle corde centrali e di bordone (divergenza). Nasceva così uno strumento di innovativa concezione, che rispettava in ogni più piccolo dettaglio la scrittura dei compositori, senza minimamente alterarla, anche nelle composizioni più complesse, antiche (vedi le ultime composizioni di J. S. Bach o F. Da Milano, J. Dowland ecc.) e moderne (se si volesse affrontare tale repertorio).
Lo strumento di riferimento a cui si ispirò Benedetti Castri fu l’antico organo dell’Abazia di Santa Maria Annunziata Nuova di Scolca di Rimini, strumento che studiò in tenera età e a cui ancora oggi è molto legato. Osservando la disposizione delle canne dell’organo, si chiese (riflessioni di un giovane quindicenne!): “Perché non avere una simile possibilità?”. Tutti gli strumenti polifonici hanno una simile disposizione (pianoforte, organo, arpa, clavicembalo, ecc.). Perché la chitarra non possedeva una simile simmetria? Che cosa impediva tutto ciò?
Nel 1980, con un amico dilettante amante della liuteria, modificò una chitarra commerciale. La prima corda (①) di questo rudimentale strumento era posta su un diapason di 63 cm (convergenza), la sesta corda (⑥) era posta su un diapason di 68 cm (divergenza). Il risultato sonoro, rispetto alle chitarre tradizionali (nonostante la chitarra fosse del tipo commerciale), fu straordinario: ogni corda aveva una propria e ben distinta voce che non si poteva paragonare alle chitarre in circolazione. Fu l’inizio di un lungo cammino, che lo portò verso l’Epicorde®. Il rivoluzionario strumento oggi vede finalmente la luce, grazie anche alla tecnologia dei materiali con cui è costruita la corda, sviluppati dalla ditta tedesca “Hannabach”, che hanno saputo seguire con attenzione la sensibilità del M° Benedetti Castri, e le sue richieste.
L’Epichorde® rimase solo un splendida idea fino al 1990. Dal 1978 fino al 1989, l’incontro con i più valenti liutai di questo periodo era stato deludente. Non mancò chi cercasse di carpire ciò che era sotteso a questa idea, per farla propria.
Si dovette arrivare al 1996 per poter incominciare a realizzare qualcosa di concreto, frutto di una ricerca seria, che permettesse alle corde di non spezzarsi; e che permettesse di accordare una o più corde un tono sotto o sopra, nel minor tempo possibile, mantenendo stabile l’accordatura, secondo la scelta fatta. Sempre nel 1996 il Benedetti Castri inventò le esecuzioni su un particolare strumento a corda allora denominato Chitarra Quintina e Sestina® (vedi le incisioni per Temperata Vox®). Nel 2000 nacque poi l’idea della Chitarra Settimina. Fu l’ultimo passo verso la realizzazione del suo sogno, coronato nel 2008 con la costruzione dell’Epicorde®. Il Benedetti Castri trovò infine nel Maestro Federico Falaschi l’uomo e il professionista che seppe cogliere appieno la portata assolutamente innovativa della sua idea, permettendone di fatto la concretizzazione con la costruzione per lui del prezioso strumento.
In sintesi
Nuovo strumento musicale chiamato Epichorde®, basato sul sistema costruttivo italiano chiamato “CoDi”® applicato a un prototipo a dieci corde; inventato e disegnato da Aldo Benedetti Castri; Il sistema fondante “CoDi”® è basato su uno strumento a sette corde o dieci corde. E’ applicabile anche a strumenti aventi 5 o 6 corde, fino a 21. Non si esclude l’applicazione del sistema “CoDi”® anche a una chitarra tradizionale.
Deposito del marchio e brevetto, dello strumento e del relativo sistema costruttivo in data 3 Giugno 2011 presso il Ministero dello Sviluppo Economico, Ufficio Italiano Marchi e Brevetti. Ogni violazione sarà punita a norma di legge, civile e penale.